L'Uomo e il Clima

Lugano

Per sua natura attento alle diverse espressioni della creatività umana, il MUSEC riserva sei mesi della sua programmazione all’esposizione «L’Uomo e il Clima», che inaugura l’omonimo Festival diffuso. Curata da Gianluca Bonetti e Nora Segreto, l’esposizione trova la sua ragione di essere nella consapevolezza dell’intimo rapporto che l’arte ha avuto storicamente con l’evoluzione degli ecosistemi e del paesaggio.

L’esposizione del MUSEC esplora in particolare alcuni momenti particolarmente significativi connessi al cambiamento climatico che hanno segnato la storia umana. È così proposto un viaggio a ritroso nel tempo, che conduce dall’attuale fase di riscaldamento globale sino all’ultima glaciazione (tra 110.000 e 11.700 anni fa), vale a dire il periodo climatico che vide la maturazione cognitiva della nostra specie.

Nelle cinque sale all’ultimo piano di Villa Malpensata, a parlare sono le opere d’arte, selezionate in quanto espressioni materiali dello stretto rapporto tra il genere umano e gli ambienti naturali trasformati dai cambiamenti climatici. Sin dalla sua origine, infatti, l’arte si configura come un’esplorazione sia del mondo esterno sia della dimensione interiore, in un percorso espresso per mezzo dei simboli. La scienza nasce dal medesimo processo evolutivo e condivide con l’arte la capacità e la necessità umana di elaborare un pensiero astratto, al fine di rappresentare la realtà, anche nei suoi aspetti più complessi e talvolta invisibili. Arte e scienza, in fin dei conti, sono due manifestazioni della medesima cultura, quella umana, di cui l’esposizione documenta alcune manifestazioni, risalendo sino al tempo dei mammut.

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